L’approccio politico, quello collettivo, quello individuale ed infine quello sociale verso l’inquinamento atmosferico possono essere drasticamente diversi: proviamo a prenderne consapevolezza in un’ottica di reale contrasto all’emergenza ambientale del terzo millennio.

Tutti gli anni la stessa ‘storia’… arriviamo a Capodanno e qualsiasi delle nostre centraline di monitoraggio dei particolati atmosferici impazzisce mostrando dei picchi poco dopo mezzanotte notevolissimi – nell’immagine di esempio si sfora i 200 di pm 2.5 per la centralina di Firenze Centro. Avete indovinato come mai? Ebbene sì sono i ‘botti’ di fine-anno che emettono una grande quantità di polveri poco salubri che le nostre centraline non possono fare a meno di rilevare sotto forma di particolati atmosferici: un costume sociale difficile da moderare che pure ha un notevole significato ecologico negativo (considerando oltre all’effetto inquinante anche i danni tramutatici condotti ad animali selvatici e domestici insofferenti ai grandi rumori, alcuni fino a morirne d’infarto).

Se anche fumate una sigaretta vicino ad una centralina e ci soffiate contro vedrete come gli indici di particolato si alzeranno alle stelle ricordandoci come anche le nostri abitudini personali possono incidere eccome sull’inquinamento atmosferico oltre che sulla salute propria ed altrui (da non dimenticare l’utilizzo delle automobili magari diesel per spostamenti che potrebbero essere effettuati a piedi o con mezzi pubblici oppure l’elevato utilizzo di riscaldamento o climatizzatori rispettivamente d’inverno e d’estate che risolvono il nostro personalissimo disagio ma che sparano in aria fumi oltre il necessario).

Se poi ci troviamo in un ambiente gestito da un gruppo collettivo spesso ci troviamo in momenti ed ambiti in cui alcune condizioni sono necessariamente fuori-regola (chessò una stufa mal regolata) ma spesso ci ‘passiamo sopra’ perché magari stiamo partecipando ad un ‘rito collettivo’ raggiunto a fatica e quindi in condizioni necessariamente di risparmio di risorse varie.

Per quanto riguarda l’ambito pubblico siamo abituati invece ad essere molto esigenti, giustamente, verso chi l’amministra ma non sempre i nostri referenti sono attenti, sostenuti economicamente o magari ben disposti verso istanze ambientaliste.

Dunque quali soluzione auspicare? Una crescita individuale e collettiva di valori riferiti alla tutela della salute e dell’ambiente così come sta cercando di fare CHE ARIA TIRA in maniera tale che quanto più velocemente possibile, ma più probabilmente più progressivamente possibile, si possa avere un’evoluzione dei nostri costumi sociali, abitudini individuali, riti collettivi, e vita pubblica rispettosa dei principi ecologici ed in risposta alla pressante esigenza di riuscire a cambiare prima che sia troppo tardi: come persona e collettività in tutte le loro varie sfumature.