Da ieri, lunedì 7, a venerdì 11 gennaio è scattato il blocco delle attività inquinanti richiesto da Arpat Toscana.
Non solo le nostre centraline auto-costruite ed open-source, ma anche quelle ufficiali dell’Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana hanno registrato diversi sforamenti consecutivi dovuti all’intensificarsi delle attività e condizioni meteorologiche invernali e quindi, dopo il quarto sforamento nella stessa settimana del PM10 il Comune di Firenze, e i comuni del cosiddetto ‘agglomerato urbano’ (Calenzano, Sesto Fiorentino, Campi Bisenzio, Signa, Lastra a Signa, Scandicci e Bagno a Ripoli), hanno disposto il blocco di tutte le attività considerate più inquinanti – ovvero circolazione dei veicoli più inquinanti, divieto di accensione di caminetti, stufe e termo-camini e limite di otto ore di accensione per impianti di riscaldamento delle abitazioni – da lunedì 7 a venerdì 11 gennaio in tutto il comprensorio fiorentino.
A seguito del primo giorno di blocco queste ordinanze, a cui manca una seria e capillare attività di controllo per la reale attuazione, appaiono decisamente inutili.
Il carico inquinante presente a Firenze e Provincia non è per niente calato in queste ultime 24 ore e le nostre centraline hanno continuato a “colorarsi di nero” durante l’arco della giornata e sopratutto per quanto riguarda le medie giornaliere, segnando continui sforamenti dei limiti di legge e, cosa ancora più grave, anche dei limiti massimi indicati dall’Organizzazione Mondiale per la Sanità. Ricordiamo che i limite dell’OMS sono uguali per quanto riguarda le medie giornaliere di PM10, mentre differiscono dalla legge italiana e europea per le PM2.5. In questo caso infatti l’Organizzazione Mondiale della Sanità impone un limite giornaliero specifico, mentre la normativa italiana non considera attualmente nessun limite giornaliero per il PM2.5 tanto che molte centraline ufficiali non monitorano nemmeno questo tipo di inquinanete, nonostante il PM2.5 sia più dannoso rispetto al PM10.
Gli sforamenti sono avvenuti sia per le PM2.5 e sia per le PM10.
Analizzando in particolare il comportamento delle centraline low-cost presenti nei comuni di Firenze, Campi Bisenzio e Sesto Fiorentino, zona scoperta dal monitoraggio a cura di ARPAT, possiamo notare come il livello della qualità dell’aria sia generalmente peggiorato in queste ultime settimane.
Se il 2018 si è chiuso male, il 2019 sembra partito malissimo!
Emergenza smog, quindi, e di nuovo in inverno quando al consueto traffico veicolare si aggiungono i riscaldamenti tenuti al massimo ma anche si verificano alcune condizioni meteorologiche particolari (vedi nebbia). L’inquinamento atmosferico è diventato un’emergenza nazionale e l’aumento di iniziative dal basso, ma anche istituzionali, è ben descritto in un recente articolo de il Salvagente in cui vengono citate una miriade di iniziative di citizen science fra cui anche “Che Aria Tira?”.
Eppure continuiamo a “ballare sul Titanic” e non ci può essere immagine esemplificativa migliore dell’uomo che balla intorno ai tradizionali falò della Befana e che le nostre centraline della Provincia di Venezia – aumentate di numero proprio in questi giorni – hanno rilevato con una significativa e conseguente misurazione di picchi di particolati emessi nell’atmosfera.